sabato 27 giugno 2009

Esempi storici di scelta del modello antropologico fondamentale.

Nell'intervento precedente abbiamo compreso l'importanza dell'opzione antropologica, ora vedremo attraverso due importanti esempi storici di come, a seconda della diversa scelta antropologica scaturiscono diverse prassi educative.

Parliamo ancora un pò del passato e precisamente di un passato piuttosto recente: quello del secolo scorso.

”Io” dell'individualismo nel mondo Anglosassone VS “Noi” del totalitarismo collettivista nell'ex URSS

Sull'onda del positivismo (tema già ampliamente trattato negli interventi precedenti) nel mondo si delinearono due modi sostanzialmente opposti di immaginare l'uomo.

Ad occidente l'ideale proprio della cultura anglo-americana elevato a scelta antropologica fondamentale è fondato sul concetto dell'individualismo liberale; ogni singolo si fa da sé senza l'aiuto dell'altro, della comunità, dello Stato: è l'uomo competitor, il competitore agonistico. Il self made man che diventa capitalizzatore di beni in una economica statale che non mette naso negli affari privati (con conseguenze passate alla storia: crisi statunitense con ripercussioni mondiali nel 1929).
Ad oriente e nella vecchia Europa le teorie di Karl Marx diedero spunto al pedagogista russo Makarenko che sosteneva una linea educativa nell'interesse del collettivo annientando anche pedagogicamente l'irripetibilità della persona. In estrema sintesi la sua linea educatica è il “Vietato dire Io”. All'interno del sistema sovietico l'opzione antropologica andava a definire il “cittadino desiderabile”.

Il pensiero filosofico era così schierato: ad occidente il liberalismo e ad oriente il totalitarismo collettivizzante.

Il modello antropologico del liberalismo è costruito su di un'idea di libertà, ma questo è un concetto materialmente inteso. L'uomo, libero da cosa? O se vogliamo, da chi?
E nel totalitarismo collettivizzante se esiste solo il “Noi”, cosa (o chi) sono io uomo?

lunedì 15 giugno 2009

Chi sono io? Cosa mi convince che questa decisione è il meglio per te?

Ciò che a noi ci appare scontato, dato come certo, conoscenza assodata, per alcuni non lo è, per altri non lo è sempre stato. Errori di direzione, lotte, frizioni, conquiste hanno modificato negli anni il tendere dell'educazione umana.
Questo è un piccolo esercizio mentale che ci aiuta a comprendere il senso profondo delle parole.


L'educatore (e come lui ognuno di noi) può considerarsi antropologicamente neutrale?
Mi spiego meglio. Ogni educatore indirizza le sue parole, le sue azioni, il suo rapporto di reciprocità con l'altro avendo ben chiaro uno scenario di valori incommensurabili al quale non può mai venire meno (un esempio fra tutti l'inviolabilità della dignità della persona umana). “Educazione” è prassi di trasformazione della persona. L'educatore è la Persona che promuove lo sviluppo globale della persona.
E' giusto ricordare che le questioni di ordine antropologico si riferiscono al senso dell'uomo nella natura umana e corrispondono ,per dirla semplicemente, alle domande che l'umanità si pone da sempre: "Io chi sono?".

Oggi, verso quale modello antropologico l'educatore tende?
Innanzitutto v'è da dire che è inevitabile doversi servire di un modello antropologico verso cui tendere. L'intero campo delle scienze umane (scienze dell'educazione, psicologia, medicina..) ha una forte coscienza di implicazione antropologia. In tutte le scienze che hanno a che fare con l'altro troviamo un'antropologia implicita racchiusa nella parola “paziente”; il fatto che l'altro sia paziente è un modo per nominare la persona che è persona che soffre, che patisce, che è in situazione di non agire. A seconda della scelta antropologica fondamentale (individuo, cliente, paziente, persona...) scaturiscono diverse pratiche educative.




La domanda propria della Filosofia dell'educazione è: "quale immagine di uomo sostiene, accompagna e indirizza il mio agire?".
Io educatore devo avere un modello di immagine umano verso cui tendere, quindi un modello antropologico di riferimento, esso diventa il mio fine e anche il mio valore educativo, orienta la mia prassi educativa, orienta le mie preferenze: sono i miei valori, ciò che per me vale.


Il referente antropologico dell'educazione è il modello di uomo.

La diversa scelta tra le varie opzioni antropologiche non sono solo aria che vola e parole ben scritte su un documento, ma nel corso della storia hanno propriamente fatto la differenza per intere popolazioni.

Nel prossimo intervento approfondirò il tema del modello antropologico di fondo portando esempi storici concreti. Toccheremo con mano la sostanziale differenza che si può ottenere a seconda dell'opzione antropologica scelta.