domenica 31 maggio 2009

teorie dell'evoluzionismo naturalistico di Darwin e Spencer.

Ritengo utile riassumere per punti i caratteri generali del pensiero positivistico per poi proseguire nel discorso che mi porta a ricostruire i panorami che diedero culturalmente una svolta alla concezione di "educazione"





  • La SCIENZA come unico mezzo in grado di risolvere, nel corso del tempo, tutti i problemi sociali che hanno tormentato l'umanità.


  • primato della Scienza e del suo metodo conoscitivo (il PARADIGMA di RICERCA è quello SCIENTIFICO) ossia, in altre parole, conosciamo solo quello che ci fanno conoscere le scienze e l'unico metodo di conosceza è quello delle scienze naturali.


  • CERTEZZA in un progresso inarrestabile (ottimismo per le sorti dell'umanità).


  • La FILOSOFIA come DOTTRINA POSITIVA (si occupa dei fatti, fuori da ogni presupposto teologico, metafisico e trascendente.

  • il METODO delle SCIENZE NATURALI (reperimento delle leggi causali e il loro controllo sui fatti) non vale solo per lo studio della natura, ma anche per lo studio della società. Sociologia come scienza di quei "fatti naturali" che sono i rapporti umani e sociali.

Accanto al POSITIVISMO di metà ottocento, in questo periodo storico, c'è L'EVOLUZIONISMO. Darwin scrive nel 1859 ed il filosofo inglese Spencer tradusse il pensiero di Darwin parlando di EVOLUZIONISMO NATURALISTICO che di fatto vide l'ampliamento del paradigma evoluzionista dal campo naturalistico a quello sociale:




X l'evoluzione non riguarda solo la vita naturale, biologica ma anche la vita psicologica, sociale.. educativa(!) (i comportamenti della società)




X l'uomo è parte della natura e si sviluppa secondo le stesse leggi, ossia, l'uomo è una delle espressioni della natura e ciò significa che và studiato secondo le leggi naturali. L'uomo và indagato scientificamente negli aspetti fisico-iologici e psichici, ma anche in tutte le altre attività e manifestazioni (artistiche,religiose,politiche,economiche..)


X tutti i comportamenti (e dunque l'educazione) sono il risultto dell'evoluzione. Le norme, i mutamenti, gli insegnamenti sono l'adattamento al contesto storico nei quali vengono attuati.




X il fine dell'educazione è il perfezionamento razionale dei risultati raggiunti dalla specie umana nel corso dell'evoluzione.

L'educazione "forza redentrice"


4Di questi tempi si crede nell'educazione e nella forza che ha per redimere l'uomo.

4L'educazione viene interpretata come "fatto naturale" e "fatto evolutivo"

4Abbiamo una pedagogia scientifica (non più filosofica che fa riferimento ad astrattismi) ma viene a basarsi su leggi scientifiche, su analisi biologiche e sociali

4Si tratta di utilizzare l'indagine scientifica sull'uomo che và ad estendersi dall'aspetto naturale (fisico-biologico-psichico) all'attività "spirituale" (arte,religione,politica..)


L'educazione deve sviluppare aspetti di tipo.

FISICO es: l'igiene, l'educazione sessuale ecc.. poichè il corpo ha un valore in sè


INTELLETTUALE i giovani vengono educati a pensare cn la propria testa, a credere a quello che si vede: "il fatto"


MORALE il buon educatore deve sapere che non ci sono valori validi per sempre, o immutabili ed eterni, è quindi importante acquisire adattamenti al contesto in cui ci troviamo-.



Un cambiamento epocale fu quello di soppiantare la parola ANIMA dal termine PSICHE.



La psicologia cambia, non è più filosofica ma scientifica ed in questo scenario storico si inizia a parlare di nascita della psicologia scientifica e della pedagogia sperimentale. Ricorderete sicuramente Wundt che a Lipsia in Germania diresse il primo laboratorio di Psicologia Sperimentale nel 1879 ma io vi suggerisco la figura di G. Stanley Hall che fondl'importanza per un educatore di conoscere le leggi scientifiche, in quanto, sosteneva Hall che l'efficacia dell'educazione non è possibile cercarla nei metodi ma piuttosto nelle conoscenze legate al bambino. Se si conosce come il soggetto vive i sentimenti (paura, collera, amore) ma anche memorizza, usa la creatività, fa esperienze artistiche o religiose allora l'educazione diviene efficacie.ò il "movimento per lo studio del bambino" nel 1902. G.S.Hall sottolineò

sabato 23 maggio 2009

Svolte epocali

Anche la pedagogia e l'educazione stessa non fu estranea a quel grande processo di cambiamento e di modernizzazione che contraddistinse la cultura europea della seconda metà del secolo XIX segnato dall'idea positivistica di progresso e di sviluppo illimitato governato dalla razionalità scientifica.

Quando si parla di POSITIVISMO, di scienza positiva, positivista si parla di August Comte sociologo e filosofo francese 1798 -1857 , egli formula il dominio della scienza il cui metodo è “positivo” in contrapposizione alle epoche precedenti dominate dalla religione-
Dopo la pubblicazione della poderosa e fortunata opera "Cours de philosophie positive" (uscita a cavallo tra il 1830 e il 1843), da quel momento in poi si cominciò a parlare di cultura e civiltà moderna.
Non c'è modernità senza progresso.




La parola modernità fu usata in generale in contrapposzione verso le consuetudini e il rispetto della tradizione (che trovava nella fede religiosa e nei ritmi di vita della società rurale una delle manifestazioni più diffuse). Fu anche usata per sottolineare la convinzione ottimista e positiva per aver finalmente scoperto la chiave in grado di aprire tutte le porte della conoscenza e il segreto per assicurare all'umanità una convivenza pacifica.

I positivisti credono che lo sviluppo scientifico renda la società più libera e progredita.
La superiorità della civiltà industriale, il principio della libera concorrenza, la visione laica dell'esistenza, la fiducia nel progresso furono i valori di riferimento che di fatto cambiarono la mentalità borghese di quel tempo.


Dalla legge dei <tre stadi> formulata da Comte si evince che <il fatto> è l'unica conoscenza certa che l'uomo ottiene dall'uso combinato dell'osservazione e del ragionamento.


Il <fatto> divenne criterio di verità e l'applicazione del metodo razionale mutuato dalle scienze matematiche e naturali fu esteso anche ai fenomeni umani e sociali. La realtà fu così definita come tessuto di fatti e di accadimenti osservabili da indagare con un metodo sperimentale.


Modernità e scienza si presentarono come categorie strettamente e indissolubilmente intrecciate. La scienza venne deputata alla soluzione dei problemi e delle difficoltà che si frapponevano al progredire della modernità. La mentalità moderna doveva aprire la strada ad un impiego generalizzato della razionalità e i fatti del tempo sembrarono dare ragione e confermare l'utopia scientifica:


I fisici scoprono le leggi che regolano i suoni, i chimici individuano le sostanze che compongono i vari oggetti, i medici identificano i microrganismi responsabili delle malattie e trovano i metodi per prevenirle e curarle- Lo sviluppo industriale innescò non solo un processo di trasformazione dei metodi produttivi, ma anche delle condizioni di vita della società europea incrementando le risorse alimentari e i beni di prima necessità disponibili. La scuola, per secoli privilegio per i ceti colti e borghesi si aprì anche alle classi sociali che fino allora non avevano avuto mezzi per accedervi, in tal modo furono garantiti gli elementi più semplici del sapere a tutte le nuove generazioni. La razionalità dei governi borghesi delle potenze europee ed il bisogno di poter avere a disposizione un bacino ancor più ampio di approvigionamenti per poter mantenere il motore del progresso già avviato, spinse la civiltà europea a spartirsi i territori dei paesi africani e asiatici attraverso una penetrazione coloniale pianificata e tutto ciò sembrava garantire un futuro senza problemi.

Il sostanziale ottimismo che animava gran parte della cultura positiva non trovava tutti consenzienti.

Le critiche dal mondo cattolico non si fecero attendere, esso vedeva nella modernità un fantasma diabolico destinato a sradicare l'idea stessa di fede religiosa. Su un altro piano arrivarono severe critiche alla società borghese da Marx ed Engels i quali reputavano incapace questa società di risolvere i problemi dell'ingiustizia sociale, colpevole di essere semplicemente espressione degli interessi economici dei capitalisti.


venerdì 15 maggio 2009

L'educatore..chi? (storia di un soggetto)


Dopo aver rapidamente passeggiato per le stanze delle istituzioni educative nella storia ora ci occuperemo sempre in chiave storica dell'attore protagonista: l'educatore.

Quando la curiosità muove verso la ricerca delle origini dell'educatore si arriva a comprende che senza educatore non si ha educazione (affermazione banale che non può essere assolutamente data per scontata) ossia, la figura dell'educatore è frutto del rinnovarsi di funzioni nel corso della storia o per diritto naturale [ legittimato in quanto educatore naturale --> padre, madre ] o per scelta professionale [ esempio storico: lo schiavo proveniente dalla Grecia considerata "avanti" culturalmente che giunge a Roma Imperiale a servizio dei Nobili ]. L'educatore svolge una funzione coessenziale nei riguardi dello sviluppo e dell'affermazione della personalità individuale.

r Fin dall'antichità distinguiamo due figure di educatore
. educatori con funzioni di istruzione (educazione scolastica)

.educatori con funzioni di "governo" dei giovani (cura morale, accompagnamento) , l'educazione extrascolastica -non formale- rapporto 1 a 1 tra educatore ed educando, presenza della figura del Pedagogo.

r in epoca moderna emergono le prime grandi figure di educatori che svolgono attività di educazione popolare soprattutto con aspirazione religiosa e assistenziale. Rapporto ad una comunità.

r nell'età contemporanea laicizzazione della figura dell'educatore.
L'educatore professionale, è operatore pedagogico con una specifica formazione; egli ha funzioni di favorire lo sviluppo individuale, la maturazione sociale e l'autonomia personale di soggetti giovani e/o adulti in difficoltà e non.
Si avvale di modalità di intervento attraverso l'applicazione di metodi e tecniche pedagogiche, psicologiche o sociali, tramite un'azione congiunta su soggetti e ambienti nel corso delle varie attività nel quale egli orienta la sua azione: attività e situazioni che hanno luogo spontaneamente e/o sono provocate dalla vita quotidiana, quindi vissute e condivise nei luoghi d'intervento (strutture residenziali, servizi, ambiente di vita).

Per giungere all'attuale situazione vi sono occorsi cambiamenti letteralmente epocali, molto si deve al pensiero scientifico positivistico, alle teorie evoluzionistiche di Darwin e alle teorie dell'evoluzionismo naturalistico di Darwin e Spencer. Ma questo sarà l'argomento del mio prossimo intervento.

martedì 5 maggio 2009

L'evoluzione storica delle Istituzioni Educative

In poche righe è possibile comprimere tutto il discorso attorno all'evoluzione storica dei contesti, luoghi e ambienti dell'educazione del passato fino ai giorni nostri e produrre una semplice quanto intuitiva scaletta.

aSocietà Primitive
Con prevalenza educativa della famiglia e del gruppo.
aSocietà intermedie di tipo agricolo-rurale
Accanto alla famiglia svolgono funzioni educative la Chiesa e comincia a diffondersi la Scuola privata e pubblica [ Università Medievali- quella di Padova è fondata nel1222].
aSocietà di prima industrializzazione e urbanizzazione
Centralità della scuola statale organizzata in ordini e gradi sempre più articolati (il tutto nasce dal bisogno dello Stato di preparare forza-lavoro; l'istruzione non è più un fatto privato ma a partire dal 700 lo Stato obbliga a prendervi parte in quanto l'istruzione è un bene che non è possibile rinunciare).
aSocietà contemporanea post-industriale
Pluralismo formativo, molteplicità di luoghi e centri di formazione.

OGGI le Istituzioni Educative si possono distinguere tra:
-Formali, esse offrono un'educazione formale: la scuola. Sono agenzie educative organizzate in modo intenzionale e sistemico con personale preparato e riconosciuto.
-Non formali, Famiglia, Enti Locali, Associazionismo, Chiesa, Sport sono agenzie extrascolastiche intenzionalmente educative.
-Informali, i contesti di vita e di lavoro, massmedia, internet, tv... sono esperienze educative non intenzionali e non organizzate.

In queste agenzie e contesti di vita ognuno di noi si è (ma prima ancora è stato) formato. Riprenderò e diluirò questo argomento che sarà nei prossimi interventi il nucleo centrale del mio blog, vi parlerò delle personali esperienze educative vissute nelle varie situazioni (formali, non formali ed informali) che mi hanno portato a fare questa scelta di vita, intesa non solamente come percorso formativo.