sabato 23 maggio 2009

Svolte epocali

Anche la pedagogia e l'educazione stessa non fu estranea a quel grande processo di cambiamento e di modernizzazione che contraddistinse la cultura europea della seconda metà del secolo XIX segnato dall'idea positivistica di progresso e di sviluppo illimitato governato dalla razionalità scientifica.

Quando si parla di POSITIVISMO, di scienza positiva, positivista si parla di August Comte sociologo e filosofo francese 1798 -1857 , egli formula il dominio della scienza il cui metodo è “positivo” in contrapposizione alle epoche precedenti dominate dalla religione-
Dopo la pubblicazione della poderosa e fortunata opera "Cours de philosophie positive" (uscita a cavallo tra il 1830 e il 1843), da quel momento in poi si cominciò a parlare di cultura e civiltà moderna.
Non c'è modernità senza progresso.




La parola modernità fu usata in generale in contrapposzione verso le consuetudini e il rispetto della tradizione (che trovava nella fede religiosa e nei ritmi di vita della società rurale una delle manifestazioni più diffuse). Fu anche usata per sottolineare la convinzione ottimista e positiva per aver finalmente scoperto la chiave in grado di aprire tutte le porte della conoscenza e il segreto per assicurare all'umanità una convivenza pacifica.

I positivisti credono che lo sviluppo scientifico renda la società più libera e progredita.
La superiorità della civiltà industriale, il principio della libera concorrenza, la visione laica dell'esistenza, la fiducia nel progresso furono i valori di riferimento che di fatto cambiarono la mentalità borghese di quel tempo.


Dalla legge dei <tre stadi> formulata da Comte si evince che <il fatto> è l'unica conoscenza certa che l'uomo ottiene dall'uso combinato dell'osservazione e del ragionamento.


Il <fatto> divenne criterio di verità e l'applicazione del metodo razionale mutuato dalle scienze matematiche e naturali fu esteso anche ai fenomeni umani e sociali. La realtà fu così definita come tessuto di fatti e di accadimenti osservabili da indagare con un metodo sperimentale.


Modernità e scienza si presentarono come categorie strettamente e indissolubilmente intrecciate. La scienza venne deputata alla soluzione dei problemi e delle difficoltà che si frapponevano al progredire della modernità. La mentalità moderna doveva aprire la strada ad un impiego generalizzato della razionalità e i fatti del tempo sembrarono dare ragione e confermare l'utopia scientifica:


I fisici scoprono le leggi che regolano i suoni, i chimici individuano le sostanze che compongono i vari oggetti, i medici identificano i microrganismi responsabili delle malattie e trovano i metodi per prevenirle e curarle- Lo sviluppo industriale innescò non solo un processo di trasformazione dei metodi produttivi, ma anche delle condizioni di vita della società europea incrementando le risorse alimentari e i beni di prima necessità disponibili. La scuola, per secoli privilegio per i ceti colti e borghesi si aprì anche alle classi sociali che fino allora non avevano avuto mezzi per accedervi, in tal modo furono garantiti gli elementi più semplici del sapere a tutte le nuove generazioni. La razionalità dei governi borghesi delle potenze europee ed il bisogno di poter avere a disposizione un bacino ancor più ampio di approvigionamenti per poter mantenere il motore del progresso già avviato, spinse la civiltà europea a spartirsi i territori dei paesi africani e asiatici attraverso una penetrazione coloniale pianificata e tutto ciò sembrava garantire un futuro senza problemi.

Il sostanziale ottimismo che animava gran parte della cultura positiva non trovava tutti consenzienti.

Le critiche dal mondo cattolico non si fecero attendere, esso vedeva nella modernità un fantasma diabolico destinato a sradicare l'idea stessa di fede religiosa. Su un altro piano arrivarono severe critiche alla società borghese da Marx ed Engels i quali reputavano incapace questa società di risolvere i problemi dell'ingiustizia sociale, colpevole di essere semplicemente espressione degli interessi economici dei capitalisti.


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